Giffoni Valle Piana

Giffoni Experience

È la cittadina di Giffoni Experience, l’unico festival del cinema dei ragazzi.

Giffoni Teatro si inserisce tra le manifestazioni di maggior rilievo e spessore culturale della regione Campania. La storia della rassegna è ricca ed illuminata dalla presenza di illustri artisti che hanno presentato opere classiche e commedie brillanti. I più grandi interpreti del teatro italiano sono affiancati da giovanissimi attori e compagnie emergenti. L’intera raccolta è esposta al Museo di Paleontologia di Napoli.

Il viaggiatore, che giunge a Giffoni costeggiando campi coltivati a nocciolo, resta colpito dal numero di edifici ecclesiastici, chiese e conventi che vi sono concentrati. Prima di raggiungere la splendida piazza Mercato vi è Santa Maria a Vico, località il cui nome deriva dall’antico tempio pagano, a lungo identificato con il tempio di Giunone Argiva, oggi chiesa dedicata alla Vergine. L’antico tempio, probabilmente risalente al III secolo a.C. conserva ancora otto colonne, delle quali sei di granito e due di diaspro d’Egitto, sormontate da capitelli in stile corinzio.

Nel centro della cittadina  vi è la Chiesa Madre della SS. Annunziata, ove è conservata la Santa Spina , che la tradizione vuole sia appartenuta alla corona di Cristo. Fu donata dal re di Francia Carlo IV al  Cardinale francescano Leonardo de Rossi da Giffoni alla fine del ‘300, che a sua volta la offrì alla sua Terra. La reliquia fu  conservata nel convento di San Francesco fino al 1808, data in cui il cenobio venne soppresso dalle leggi eversive Murattiane. Allora, in solenne processione, fu traslata nella chiesa della Annunziata e conservata  nella navata del SS. Sacramento, in una teca d’argento. È lunga 7,5 cm anche se manca della punta e presenta macchie di sangue su un fondo cinereo. Nei venerdì di marzo, esposta al bacio dei fedeli, diventa di sangue vivo della corona di Gesù.

Accanto alla chiesa, salendo una stretta scala in muratura  giungiamo nella Congrega della Annunziata. Il soffitto, in legno, è riccamente ornato; intorno vi è  un monumentale coro ligneo e, sull’altare maggiore, in marmo, una tela raffigurante la Madonna Immacolata.

La piazza Mercato è una delle più belle della provincia: vi si possono ammirare il palazzo baronale e la zampillante fontana vanvitelliana. A non più di 300 metri dalla piazza, nel rione Campo, sorge il Tempio di Ercole; vi si accede tramite una apertura squadrata che fungeva da entrata, davanti alla quale, sul pavimento, c’è una lapide di mosaico con la dedica ad un senatore romano dell’epoca. Una visita meritano anche il Convento di Sant’Antonio da Padova dei Padri Cappuccini e il Santuario della Madonna di Carbonara. Alle pendici del monte Acellica, nel Parco Nazionale dei Monti Picentini, vi è la grotta dello Scalandrone, antico rifugio di briganti, luogo paradisiaco per gli amanti di speleologia. Ai piedi del monte Pettine è, invece, possibile visitare la Miniera di Ittiolo e il piccolo Museo Paleontologico con la raccolta di pesci fossili che risalgono a 210 milioni di anni fa. È possibile visitare il suggestivo borgo di Calabrano, con l’aia della baronessa, il Palazzo dei Belli dell’Isca, dal monumentale portale ed anche l’antico mulino.  Un altro luogo molto suggestivo è l’Antica Ramiera che ospita numerose iniziative durante tutto il corso dell’anno. A Sardone vi è anche un poligono di tiro, meta di numerosi appassionati della disciplina; agli appassionati di pesca si consiglia una visita al vivaio di trote, nella frazione Vassi, dove si può fare, inoltre, una piacevole passeggiata lungo le acque del fiume Picentino.

Un appuntamento da non perdere è l’annuale Mostra Internazionale dell’Arte Presepiale presso il Convento San Francesco.  Fondato nel XIV secolo, il Complesso Monumentale di San Francesco, è uno dei monumenti più importanti della Valle, ed è stato oggetto di accurati restauri. Suggestivo il chiostro, circondato da un porticato ad archi a sesto acuto e con le volte a crociera del deambulatorio. Sul lato sinistro sorge la chiesa ad unica navata, tipica degli ordini predicatori con il coemeterium, in cui si possono ammirare affreschi del XIV secolo. Interessanti gli affreschi di scuola giottesca, unici per estensione e qualità in tutta la provincia di Salerno. Nella cappella, sulla destra dell’abside, si può ammirare un presepe murale, con alcune figure realizzate in stucco dipinto, anche esso risalente al XIV secolo. La volta della cappella conserva resti di affreschi del XVI secolo, raffiguranti busti di sibille e profeti. Sulla porta di una cella una Resurrezione del XV secolo.

Il Borgo di Terravecchia

Tutta la Valle è dominata dalle rovine del Castello di Terravecchia, ancora oggi avvolto da numerose leggende. Si racconta, infatti, che nei suoi sotterranei sia custodita una gallina d’oro, che cova uova anche esse d’oro. Piccolo gioiello storico, il borgo medievale di Terravecchia, dall’anno  1000 vide uno sviluppo esponenziale: attorno al Castello crebbe energicamente il feudo, con botteghe, cisterne, magazzini,  le due chiese dedicate a  Sant’Egidio e a San Leone. Strade acciottolate e viuzze tortuose sembrano un vero reticolato capillare e ancor oggi modellano e delineano il centro. La via mulattiera conduce al castro che, restaurato nel 1240 da Federico II di Svevia,  ne divenne residenza  di caccia. Il borgo,  abbandonato dalla fine del XVIII sec.,  dopo il dominio della famiglia D’Avalos, ha ritrovato oggi  una nuova vitalità, grazie ad un importante intervento di recupero. Le restaurate dimore storiche sono oggi strutture ricettive peri borghigiani temporanei. Oggi il borgo è sede dell’ Associazione Nazionale Città della Nocciola.